Itinerari trekking in Val San Martino
Itinerari trekking in Val San Martino
Töcc a pè
La Val San Martino offre una vasta gamma di percorsi trekking immersi nella natura. Dai sentieri panoramici che si snodano tra boschi e prati, alle salite verso le cime che regalano viste mozzafiato sulle montagne circostanti e sui Lago di Garlate e di Olginate, ogni passo è un’esperienza unica. Ideali per chi cerca relax, avventura e contatto con la natura.
Il territorio, per lo più collinare, della Val San Martino non comprende traversate dal sapore alpinistico, ma percorrendo i sentieri che dalla pianura salgono verso il Resegone, i prati di Valcava o verso il Monte Tesoro, si aprono alla vista panoramiche dal gusto antico sui luoghi che ispirarono ad Alessandro Manzoni l’ambientazione dei Promessi Sposi.
Il modo migliore per conoscere da vicino il territorio della Val San Martino è quello di percorrere a piedi la sua fitta rete di sentieri e mulattiere selciate, i ressöi, antiche vie di percorrenza dei territori rurali, attraversando boschi e radure, raggiungendo nuclei ancora abitati ed i pascoli posti al di sopra degli ultimi centri abitati.
Il sentiero n. 801 è un grande itinerario ad anello che, con le sue 6 tratte ed i suoi 35 chilometri, attraversa tutto il territorio della Val San Martino.
Scopri la bellezza autentica di questa valle e vivi momenti indimenticabili all’aria aperta! Un territorio da scoprire e da vivere.
Lunghezza: circa 12250 metri
Il sentiero “Calolziocorte – San Michele (Torre de’ Busi)” rappresenta la prima parte del Sentiero della Valle.
Partendo da Foppenico di Calolziocorte a 250 m di altitudine, si prende una mulattiera ben mantenuta che, dopo circa 750 metri, conduce alla frazione di Lorentino. Da qui, svoltando a sinistra dalla piazzetta, si prosegue in direzione di Sopracornola (580 m), raggiungibile in circa un chilometro. Proseguendo per Via Gorizia, si esce dal paese attraversando la località Rigolgrosso. La mulattiera diventa più stretta e, passando vicino a un cascinale, si entra nel bosco…
Seguendo il sentiero sulla sinistra, si incontrano le prime abitazioni di San Gottardo. Dopo una ripida discesa, si arriva alla strada provinciale (S.P. 177). Continuando a sinistra fino alla chiesa di San Gottardo, si attraversa la strada e si imbocca il sentiero che porta a Monte Marenzo. Attraversando il bosco lungo la costa, si raggiungono i primi edifici industriali del paese.
In località Beriocc, si può ammirare un lavatoio in pietra di grande bellezza. Proseguendo lungo la strada, si arriva alla piazza del Comune e, seguendo via Marenzi, si nota sulla sinistra una casa antica ristrutturata, chiamata “Portec”. Si continua fino a Spaiano (433 m), un antico borgo restaurato che offre una splendida vista su Brivio e sul fiume Adda. Entrando nuovamente nel bosco, si guada il torrente Marzia e si attraversano gli antichi nuclei di Carrobbio per arrivare a Piudizzo, uno dei gruppi di abitazioni più compatti del comune. Si giunge quindi a Portola, da cui, a 504 m di altitudine, si gode di un bel panorama sul resto del paese.
Proseguendo lungo una pista forestale, si raggiunge la cima del Monte Santa Margherita (620 m), dove si trova l’omonima chiesetta, un gioiello di architettura minore arricchito da affreschi del XIV-XV secolo, recentemente restaurati. Lasciata la collina, si continua verso la località Montalino, godendo di ampi panorami su San Gregorio, Celana e Sant’Antonio. Si attraversa poi un bosco fino a raggiungere il “Sasso di Serravalle”, un enorme masso erratico situato vicino al nucleo storico di Serravalle. Scendendo sulla strada provinciale 177 e percorrendone un tratto di circa un chilometro, si arriva infine al ponte di Contrada.
Lunghezza: circa 5950 metri
Dal ponte di Contrada, prendendo la destra, si segue una strada sterrata che conduce alla storica frazione di Casarola. Giunti in Piazza del Castello, si prosegue sulla sinistra fino a raggiungere Ca’ Martinone, un antico nucleo di Torre De’ Busi con una piccola chiesetta dedicata all’Immacolata. Sulla destra, si imbocca una mulattiera pianeggiante che offre una splendida vista sul paese, per poi inoltrarsi in un bosco misto di carpini e castagni, raggiungendo un’altitudine di 300 metri…
Lungo il percorso, si nota un capanno di caccia, accanto al quale si dirama un sentiero che porta a S. Antonio. Si continua invece a sinistra, lungo la mulattiera che si trasforma presto in un sentiero.
Dopo aver attraversato una piccola radura e superato una stalla semi-diroccata, si prosegue per circa 500 metri fino a incontrare il primo pilone della vecchia funivia, un’importante opera storica costruita nel 1928, che collegava Torre De’ Busi con Valcava, attraversando un percorso di 2680 metri e superando un dislivello di 950 metri. Il sentiero continua quasi pianeggiante, attraversando il torrente Bratta dopo circa 500 metri e unendosi alla mulattiera che sale da Torre De’ Busi, in località Terra Bruciata.
Vicino all’incrocio si può vedere una vecchia casa distrutta da un incendio, mentre la mulattiera prosegue attraverso un bosco di castagni, salendo a serpentina verso le case di Bratta, situate a 640 metri di altitudine. Qui si trova, sulla sinistra, un’altra mulattiera che conduce a S. Marco, mentre sulla destra si riprende a salire attraverso una fustaia di castagni.
Dopo circa 500 metri si incontrano i ruderi di alcune stalle, ricoperti d’edera, e altri 300 metri più avanti si raggiunge una radura (località Foppa, 756 metri). Si attraversa il piccolo nucleo abitato della località, passando accanto a una cappella dagli affreschi ormai deteriorati. Continuando la salita attraverso un bosco di castagni, betulle e carpini, dopo 300 metri sulla destra si trova un caseggiato agricolo. Proseguendo per un altro chilometro, si arriva all’antico nucleo abitato della frazione Coldara, a 930 metri, da dove si può godere di una splendida vista panoramica in ogni direzione.
La mulattiera si inerpica lungo il versante della montagna, dirigendosi verso nord-ovest e attraversando un bosco misto di betulle, noccioli e carpini, fino a raggiungere il penultimo pilone della funivia. Il sentiero passa poi attraverso una stretta apertura nella roccia, entrando in una faggeta dove la mulattiera continua a salire a serpentina.
L’ultimo tratto costeggia la frana di Valcava, per arrivare infine in località funivie di Valcava. Da lì, seguendo la strada asfaltata fino alla piazza del paese, si prosegue verso il cimitero e, al bivio della frazione Scotta, si svolta a destra in direzione dei ripetitori di Valcava, a un’altitudine di 1290 metri.
Lunghezza: circa 4700 metri
Questo sentiero è tra i più spettacolari ed interessanti di tutta la Valle San Martino poiché, mantenendosi sempre in quota (tra i 1200 ed i 1300 m), offre ampissimi panorami – dalle Alpi alla Pianura Padana e dalla Valle San Martino alla Valle Imagna – con i profili caratteristici dei monti Resegone, Corna Camozzera, M. Ocone, M. Tesoro e Valcava. Il tracciato è comune a una parte del sentiero 571.
Partendo dal valico di Valcava presso i ripetitori, si raggiunge dopo 100 metri la frazione Regiafam. Tenendo la sinistra si sale fino ad arrivare alla capanna De Ponti lungo il crinale del Monte Pizzo.
Si cammina lungo la cresta verso il Monte Tesoro, si costeggia un roccolo da dove il tracciato inizia a salire fino al rifugio. Da qui si scende fino a raggiungere un bacino posto prima di alcune villette e si imbocca una strada bianca che porta all’albergo Tesoro in località Forcella Alta. Si prosegue quindi costeggiando il laghetto per arrivare in prossimità del bosco e raggiungere, dopo avere superato 3 roccoli, la località convento del Pertüs.
Lunghezza: circa 3550 metri
Dal Convento del Pertüs, si scende seguendo alcuni tornanti su una strada sterrata. In prossimità del secondo tornante, si prende una deviazione a destra, imboccando un’altra strada sterrata che attraversa il bosco a mezzacosta. Il terreno diventa più irregolare man mano che la strada scende verso il Passo della Pertulena. Giunti all’ingresso di una radura, si tiene la destra, seguendo un sentiero che prosegue a mezzacosta nel bosco. Dopo circa 100 metri dal passo, si arriva a Pra Ratt, da dove si può godere di una splendida vista panoramica su Nesolio ed Erve.
Proseguendo lungo il sentiero, si incontra una deviazione a sinistra per Nesolio, l’antico nucleo di Erve, che si può ignorare per continuare il percorso. ..
Dopo circa 20 minuti di dolci saliscendi nel bosco, si giunge alla località Sella, a 1095 metri di altitudine, un prato dove si trovano una baita e un capanno ancora in uso. Poco oltre la Sella, si imbocca un sentiero che scende ripidamente, con una serie di tornanti nel bosco, verso Pian Munik e la valle sottostante.
Una volta attraversato il torrente, si svolta a sinistra per proseguire fino a raggiungere il paese di Erve.
Lunghezza: circa 5650 metri
Partendo dalla piazza del Municipio di Erve (570 m), si segue la strada asfaltata che sale verso Costalottiere. Dopo aver attraversato il borgo, si imbocca il sentiero che conduce al Corno di Grao (1041 m), mantenendosi sempre all’interno di un fitto bosco. Superato il Rifugio, si continua lungo la cresta, passando per le cime del Monte Gavazzo e del Mudarga (900 m). Raggiunta la vetta di quest’ultimo, si prende un sentiero che scende ripidamente a sinistra, portando alla croce di Vicerola, un suggestivo punto panoramico.
Da qui, si prosegue a destra lungo un sentiero che, dopo un breve tratto pianeggiante, scende bruscamente fino ai resti del castello di Somasca (400 m). Da questo punto, una ripida mulattiera conduce al paese, dove si imbocca sulla destra una scalinata che scende fino al parcheggio situato di fronte alla biblioteca.
Lunghezza: circa 5900 metri
Il sentiero centrale della Comunità Montana collega Calolziocorte al famoso gruppo montano del Resegone, attraversando nuclei storici di grande pregio come Calolziocorte, Rossino, Oneta, Erola, Fontanella e Carenno.
Dalla Piazza V. Veneto, si percorre Via Buliga, attraversa il ponte in ferro e, dopo Via Bellini, si arriva in Via Pergolesi. Qui si prosegue fino a prendere sulla destra l’antica mulattiera. Si raggiunge nuovamente la strada asfaltata in Via Dei Poggi, e sulla sinistra si trova un tratto ciottolato che conduce alla chiesa della Ca’ dei Vitali, un antico borgo da cui si gode una splendida vista sulla valle dell’Adda…
Il percorso continua fino a Rossino, dove è possibile parcheggiare al bivio per Erve. Da questo punto, 50 metri oltre il bivio, sulla destra parte una mulattiera che si inerpica attraverso un castagneto, conducendo a Oneta (600 m).
Arrivati a Oneta, si svolta prima a sinistra, poi a destra, passando tra le case e proseguendo fino a Erola, dove si trova una fontana. Il percorso continua in piano per circa 300 metri, fino a raggiungere una cascina abbandonata. Al bivio, si mantiene la direzione verso monte per Fontanella, e il sentiero sale attraverso il bosco fino a incrociare la mulattiera per Carenno (850 m). Si svolta a sinistra e si arriva a un prato, dove si trova un capanno di caccia (Pian Sugasc) ancora in uso. Proseguendo oltre, si incontrano due case private e si giunge al passo Pertulena (1040 m s.l.m.), da cui partono i sentieri che conducono a Carenno (chiesetta dei Morti), al Ex Convento Pertüs e a Erve.
Lunghezza: circa 5450 metri
Partendo dal campo sportivo di Carenno (615 m), si segue la strada verso Boccio e, dopo circa 300 metri, si prende a destra una mulattiera, oggi trasformata in una strada carrabile, che sale verso Colle di Sogno. Durante la salita lungo la Valle del Cucco, si incontrano alcuni caselli e una piccola cappella votiva. Arrivati a Colle di Sogno, si svolta a sinistra e, dopo 50 metri, si raggiunge un’altra cappella situata a un bivio…
La strada a destra porta a Valcava e San Marco, mentre quella a sinistra conduce ad Assa. Si sceglie quest’ultima e, superate le case della frazione, il sentiero sale ripidamente fino a incontrare una terza santella, per poi entrare in una suggestiva faggeta che accompagna fino ai primi prati di Assa.
Scendendo verso valle, si trova una fontana-abbeveratoio, accanto alla quale parte un sentiero ripido che sale sul versante ovest della Forcella Bassa. Continuando, si raggiunge la località Rasmi, proseguendo poi fino ad arrivare al convento vicino al Passo del Pertüs (1175 m).
Lunghezza: circa 4750 metri
Da Lorentino (400 m), si segue la mulattiera che conduce a Moioli e, dopo aver superato le abitazioni, ci si addentra nei boschi di castagni lungo una strada sterrata che porta al comune di Carenno. Dalla piazza principale di Carenno, si prende la strada in direzione della chiesetta dei Morti. Dal piazzale sottostante la chiesa, si imbocca a sinistra una mulattiera quasi pianeggiante che costeggia per un lungo tratto il torrente “dei Morti”. Dopo aver attraversato il torrente su un ponticello di legno, il sentiero comincia a salire ripidamente attraverso il bosco, arrivando al vicino baitello del Genepì.
Da questo punto, il percorso diventa più ripido, salendo fino a raggiungere il passo della Pertulena o Pertüs (1039 m), da dove si può ammirare la vallata di Carenno a destra, quella di Erve a sinistra, e il Monte Ocone di fronte.
Lunghezza: circa 2050 metri
Per raggiungere l’inizio del sentiero, dal centro di Carenno (630 m), si segue via Pertüs fino a raggiungere la chiesetta dei Morti. Dal piazzale antistante la chiesa, si prende il sentiero a destra, che dopo pochi metri svolta a sinistra. Costeggiando il margine del prato, si arriva al limite del bosco, dove parte sulla destra un sentiero ben segnalato. Questo, dopo un tratto pianeggiante, inizia a salire rapidamente fino a Monte Basso (1055 m).
Dopo aver aggirato il piccolo nucleo rurale, si ignora la mulattiera sulla destra che porta a Boccio e si prosegue in salita fino a raggiungere il Pertüs (1183 m), dove si trova l’edificio conosciuto come “Convento”, utilizzato fino al dopoguerra come colonia estiva per seminaristi.
Lunghezza: circa 2850 metri
Il percorso inizia presso la Casa del Fanciullo, lasciando sulla sinistra la chiesa dei Morti (660 m), nel comune di Carenno. Entrando in un bosco misto dominato da carpini e castagni, si incontra un rustico sulla sinistra e un tipico muro a secco. Da qui si nota come la vecchia mulattiera, un tempo molto usata, sia ormai in disuso, poiché la zona è servita dalla strada comunale, e alcuni giardini in pietra sono stati sostituiti da cordoli in cemento. Si raggiungono così le prime case di Boccio, frazione di Carenno, dove a destra si trova una cappelletta con affreschi deteriorati dal tempo. Dopo circa 30 metri, si svolta a sinistra, seguendo la mulattiera che porta a Boccio Alto…
Proseguendo, si incontra l’incrocio con il sentiero che conduce a Ca’ d’Assa, Combeli e Colle di Sogno. A questo punto, il bosco inizia a diradarsi progressivamente, lasciando spazio a un terreno roccioso coperto da erica, ginepri e noccioli. In alto è già visibile la chiesetta della Forcella. Il percorso continua fino all’antico borgo di Forcella Bassa, che è ancora mantenuto in buone condizioni dagli abitanti locali.
Proseguendo a sinistra del vecchio nucleo, si sale direttamente verso l’alto, attraversando una strada sterrata e raggiungendo Forcella Alta (1300 m), da dove si può godere di un magnifico panorama, che nelle giornate più limpide si estende dall’Appennino ligure fino al Monte Rosa.
Lunghezza: circa 4600 metri
Dal centro sportivo di Carenno (630 m), si prende la strada provinciale in direzione di Sopracornola. Poco dopo, si svolta a sinistra imboccando una strada carrabile che attraversa il fondo della Valle della Fraccia. Il percorso si snoda tra caratteristici muri a secco fino a raggiungere un incrocio nei pressi di un fienile, dove termina la strada sterrata. A questo punto si prende la mulattiera sulla sinistra e si sale fino a incontrare un’altra strada carrabile, che si segue svoltando a destra.
Arrivati in cima alla salita, si gira a sinistra e si percorre una larga strada sterrata che porta a Ceresole. Superato il piccolo borgo, si scende lungo la scalinata di Via Foppa, proseguendo sempre dritto sulla ripida mulattiera fino a raggiungere il torrente Ovrena. Da qui si segue il corso del torrente fino all’ingresso di Torre de’ Busi (435 m).
Lunghezza: circa 4000 metri
Questo sentiero si sviluppa perpendicolarmente rispetto al crinale, coprendo una distanza di 3,5 km. Sebbene il tracciato sia più volte interrotto dalla strada provinciale 179, ciò non ne intacca la bellezza, rendendolo ideale per chi ama passeggiare immerso nei boschi.
Una particolarità del percorso è l’alta concentrazione di santelle lungo il tragitto. Partendo dal centro del paese (370 m), si segue una mulattiera ben segnalata che risale il versante della montagna fino a Ca’ Zanelli. Da qui il sentiero prosegue, attraversando la strada provinciale in tre punti, fino a raggiungere Piazzolo. Si continua poi attraverso la località Scotta, arrivando infine al borgo di Valcava (1250 m).
Lunghezza: circa 4900 metri
Dal palazzo comunale di Torre de’ Busi (450 m), si comincia la salita verso la Valle Ovrena. Passando accanto alla chiesina dei Morti della Peste, si prosegue lungo la vecchia mulattiera che porta fino alla chiesa di Sogno. All’ingresso del sagrato, si svolta a sinistra e, dopo circa 900 metri, si arriva al Colle di Sogno. Di fronte alla cappella situata in un incrocio, si tiene la destra in direzione Valcava. Si segue la mulattiera per circa 200 metri pianeggianti, fino a raggiungere la base di un ghiaione, e ci si addentra nel bosco, dove il percorso diventa un sentiero che sale ripidamente fino a una dorsale del Monte Tesoro.
Da qui, con una leggera salita, si raggiunge la frazione Combeli. Attraversata la strada carrabile di fronte, si prosegue verso la frazione Coler e, infine, si arriva alla chiesa di Valcava (1290 m).
Lunghezza: circa 700 metri
Partendo dalla frazione Contrada di Torre de’ Busi (375 m), situata lungo il torrente Sonna, dove è possibile parcheggiare vicino al cimitero, si prende la mulattiera che risale il versante nord del Monte di Santa Margherita.
Il percorso prosegue su un sentiero in terra battuta, che si inerpica rapidamente attraverso un bosco di castagni, fino a raggiungere la chiesetta romanica situata a 616 metri di altitudine.
Lunghezza: circa 5350 metri
Si parte dal cimitero di Erve seguendo il sentiero che sale in mezzacosta verso la Cappella della Madonna del Corno (610 m). Si continua dritti, superando una cascina, e si svolta a sinistra. Sotto il ripetitore, si prende il tracciato a destra e, dopo 1300 metri, si arriva a un capanno di caccia. Rimanendo sul sentiero a destra, si inizia la ripida salita verso il Monte Spedone, fino a raggiungere Sopracorna (950 m).
Da qui, si continua lungo il sentiero di mezzacosta, arrivando al limite di una ripida zona prativa, oltre la quale il percorso diventa più regolare. Dopo circa 4 chilometri, a un’altitudine di 925 metri, si incrocia un sentiero che si dirige nettamente a sinistra; lo si imbocca e si scende verso Nesolio. Qui si incontra, sulla sinistra, un sentiero che proviene dalla Cappella del Corno (giro basso). Si continua dritti fino a raggiungere Nesolio, per poi scendere ad Erve seguendo la mulattiera.
Lunghezza: circa 2950 metri
Le possibilità di parcheggio nella frazione Saina sono limitate, quindi si consiglia di lasciare l’auto nella piazza del Municipio di Erve (580 m). Da qui, si inizia la salita verso la frazione Costalottiere, che si raggiunge dopo circa 1 km di cammino. Superata Costalottiere, si arriva a Saina (622 m), dove ha inizio una comoda e pianeggiante mulattiera che si snoda in un ampio semicerchio lungo le pendici del Monte Mudarga. Il percorso è delimitato da muri a secco ed è ombreggiato.
Dopo circa 15 minuti, si raggiunge la Croce del Pizzo di Vicerola (688 m), da cui si può ammirare un panorama maestoso sulla valle e sul fiume Adda che si snoda nella pianura. In questa zona di sosta sono presenti delle panchine, tutte ombreggiate da querce.
Lunghezza: circa 1700 metri
La partenza del percorso si trova accanto al cimitero di Pontida, vicino alla bacheca informativa e ai cartelli che segnalano i sentieri. Tutti gli itinerari del Monte Canto di Pontida sono descritti in dettaglio sulle bacheche all’ingresso dei vari sentieri e lungo il cammino, con indicazioni sui luoghi di interesse del comprensorio.
Da qui, è possibile seguire il comodo Sentiero di Collegamento che conduce a Cà de Rizzi di Pontida, punto di partenza del sentiero 896, da cui si può anche accedere al Sentiero Papa Giovanni XXIII…
Per percorrere il sentiero 897, si inizia dirigendosi verso sud su una strada asfaltata per circa 200 metri in direzione del Monte Canto. Al termine della strada asfaltata, si trova un bivio; svoltando a sinistra si imbocca il sentiero 898 che porta a Fontanella.
Invece, per il sentiero 897, si entra nel bosco, attraversando poco dopo due piccole valli con ruscelli vicini. In seguito, si raggiunge un bivio dove bisogna mantenere la sinistra (proseguendo dritti, a 50 metri si incontra il Baitello del G.E.P., visibile in inverno tra gli alberi spogli).
Proseguendo a sinistra, si troverà un cartello di legno con la scritta “il Canto”, posato su un castagno, insieme ai bollini CAI su alcune pietre e piante. Il sentiero si restringe e diventa più ripido, circondato da castagni, frassini e qualche ciliegio selvatico. Continuando, si può notare sulla sinistra il tracciato di un sentiero abbandonato che un tempo portava a Pontida, accanto a un traliccio d’alta tensione. Seguendo la segnaletica, si svolta a destra e si raggiunge rapidamente la Cascina San Bartolomeo, una dipendenza del Monastero di Pontida risalente al 1500, dove vivevano i monaci fino al 1900. Questa struttura medievale, situata a 573 metri, si trova sui pendii sopra l’abitato di Pontida e, fino al 2016, ospitava animali; ora è completamente abbandonata.
Da qui, si gode di una vista sul Monte Linzone, le Grigne, il Resegone, il Menna, l’Alben e l’Arera. In questo punto, il sentiero si allarga e, se si desidera, svoltando a sinistra si può prendere la strada sterrata che scende verso Pontida e risale fino ai Ruderi del Canto. Tuttavia, per continuare sul sentiero 897, si prosegue in salita verso sud. Si supera una sorgente con un rubinetto a sinistra e, poco dopo, a destra si trova l’inizio del sentiero 896 che porta a Cà de Rizzi di Pontida. Proseguendo dritti per 30 metri si arriva alla bacheca dei Ruderi del Canto, dove termina il sentiero 897.
Qui è presente anche una ramificazione di sentieri CAI indicati da cartelli. Se si decide di svoltare a sinistra sul sentiero 891, in 10 minuti si raggiunge la Chiesetta di Santa Barbara, da cui si può ammirare un magnifico panorama delle Orobie e delle cime lecchesi. Dalla Chiesetta, ci sono ulteriori segnaletiche che conducono a Fontanella, fino al Santuario della Madonna di Prada a Mapello. Se si opta per svoltare a destra sul sentiero 891, si può arrivare alla Cima Monte Canto in 25 minuti.
Lunghezza: circa 14000 metri
Il percorso che si descrive è quello che il giovane Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, seguiva durante la sua infanzia per recarsi al collegio di Celana, a Caprino Bergamasco, e poi a San Gregorio in Cisano Bergamasco.
A causa delle sue difficili condizioni economiche, non poté entrare facilmente in seminario; così, iniziò il suo cammino come alunno esterno del Collegio Vescovile di Celana, per ridurre al minimo le spese. Angelino si iscrisse come studente esterno il 25 ottobre 1891. Tuttavia, affrontava un problema: il lungo tragitto di circa 11 km da Sotto il Monte a Celana era un sentiero non facile da percorrere per un bambino di 10 anni, dato che la maggior parte del percorso si snodava tra i boschi…
Per questo motivo, non gli era possibile andare e tornare ogni giorno. Per un breve periodo, fu ospitato da alcuni parenti a Caderizzi, che dista circa 3 km da Celana. Durante il 1891 e nei primi mesi del 1892, visse anche a San Gregorio con il parroco Don Carlo Marinelli, che era il confessore del Collegio di Celana. Ogni lunedì mattina, Angelino partiva da Sotto il Monte con un carico di biancheria e viveri sulle spalle, e tornava il sabato sera dopo aver salutato i parenti. Tuttavia, verso la primavera del 1882, a causa del diverso ambiente familiare e dell’approccio educativo dei parenti, cominciò a tornare a Sotto il Monte ogni giorno.
Lungo il tragitto sono stati posizionati sette “Sassi Commemorativi”, ciascuno dei quali segna una tappa del percorso in onore del passaggio del Papa.
Questa nuova segnaletica è stata inaugurata l’11 ottobre 2015. La sua realizzazione ha visto l’impegno di molti gruppi di volontariato dei comuni attraversati, della Commissione Sentieri del CAI di Bergamo e delle Amministrazioni comunali, che hanno facilitato l’acquisto della segnaletica e il coordinamento dell’iniziativa. Un ruolo fondamentale è stato svolto dal Presidente Pierino Angeloni dell’Associazione MONVICO, che ha dedicato grande determinazione per portare avanti il progetto.