Rocca di Somasca, scoperto un santuario di seimila anni fa
Vercurago, scoperto un santuario di seimila anni fa sotto la rocca di Somasca, ai piedi del Castello dell’Innominato.
La Soprintendenza: scoperta eccezionale che riscrive la storia del territorio.
Un santuario dell’Età del rame, 4mila anni prima di Cristo, nel luogo visitato oggi da migliaia di pellegrini devoti a San Girolamo Emiliani, prima condottiero e poi padre degli orfani. La rocca di Somasca a Vercurago è abitata ininterrottamente da millenni.
A dirlo sono gli scavi condotti dalla Soprintendenza archeologica con una campagna durata due mesi che ha svelato scoperte inattese. A partire da una statua stele con incisioni a cerchi concentrici che rimandano a una possibile figura femminile: la prima trovata nel territorio lecchese. Una pietra di forma quadrata, reimpiegata nei secoli successivi, rinvenuta in una buca piatta a meno di cinquanta centimetri di profondità.
Il luogo è ricco di suggestioni, la basilica che conserva il sepolcro e i resti del Santo, il viale delle cappelle, con le statue lignee che ne raccontano la vita, e poco più su il Castello dell’Innominato, fortificazione medievale, alle pendici del monte Magnodeno, da cui Alessandro Manzoni, alunno dei Padri Somaschi e devoto di San Girolamo, avrebbe tratto ispirazione nel suo romanzo. Area di culto, adesso come seimila anni fa.
Una prima limitata campagna era stata già promossa nel 1988 dalla Soprintendenza in collaborazione con i Musei civici di Lecco. Dopo quasi quarant’anni, grazie a fondi ministeriali e in accordo con i Padri Somaschi proprietari dell’area, sono riprese le ricerche. A cinquanta centimetri di profondità gli incredibili reperti: la statua stele dell’Età del rame, la più meridionale della Lombardia, solitamente legata ad aree sacre, con il culto di divinità della natura, molto simile a quella rinvenuta a Berbenno in Valtellina, ma anche ceramiche, punte di frecce, piani scottati per l’accensione del fuoco, sassi stondati a forma sferica per macinare il grano, resti di strutture murarie.
I periodi si susseguono con l’insediamento che mostra una continuità di frequentazione lunga millenni e testimonia la presenza anche della cultura celtica, dal IX al V secolo avanti Cristo, con la civiltà di Golasecca, estesa tra Como, Varese e il Canton Ticino.
I risultati della prima fase della campagna archeologica saranno presentati durante le visite guidate gratuite al cantiere organizzate in occasione della festa di San Girolamo Emiliani, dal 7 al 9 febbraio. Non serve la prenotazione.
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