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Orrido del Gallavesa

Il Gallavesa, che nasce sopra Erve, dopo avere attraversato il piccolo centro, si tuffa a strapiombo con un balzo di oltre 110 metri che scava un vero e proprio orrido chiamato il Paradiso dei cani e raggiunge Vercurago in località Folla.

Impossibile non rimanere affascinati dalla forza con cui questo piccolo torrente è riuscito a scavare giorno dopo giorno, un canyon così profondo.

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Il nome Gallavesa potrebbe derivare dal dialetto veneto Gala-Vesa, cioè chiusa vecchia, nome che deriverebbe dalla presenza di una chiusa. Un’altra ipotesi è che derivasse dal modo di dire dialettale a gala i ve sa, poiché secoli prima la vallata dove oggi sorge l’abitato di Erve era occupata da un lago che poi si è prosciugato. Quindi si presume che quando i boscaioli tagliavano gli alberi per farne legna in zona, buttassero i tronchi ed il materiale nel lago e lasciavano che la corrente li portasse più a valle, all’incirca dove oggi c’è l’entrata del paese.

Da questo modo di operare tra gli abitanti si era solito dire: “Laga ‘ndà i lègn che a gala i ve sa“.

La valle del Gallavesa

La valle del Gallavesa si snoda all’interno della gola fluviale, formando un profondo orrido che risale da Vercurago fino ad Erve. Il sentiero omonimo percorre la gola, offrendo visuali mozzafiato sulle cascate ed i laghetti formati dal torrente e sulle verticali pareti circostanti. La Gallavesa, un lento e impetuoso scorrere che dal Resegone si gettano poi nell’Adda tra ripidissime pareti alte decine di metri: è uno spettacolo.

Impossibile non rimanere affascinati dalla forza con cui questo piccolo torrente è riuscito a scavare giorno dopo giorno, un canyon così profondo. Dal fondo della gola non si sente altro se non il suono del torrente che scorre, alterando cascate a pozze. Sembra di essere fuori dal mondo, un angolo così remoto e incontaminato.

Suggestiva in fronte la visione della parete verticale del Monte Spedone, sopra la spettacolare strada sospesa Calolzio-Erve. Il torrente è stato uno dei primi patrimoni della Val San Martino ad essere valorizzato. Per secoli ha fatto girare macine di mulini e ha concorso a far battere magli.

Nel XV secolo, vennero installati un mulino e una fóla, cioè una macchina idraulica per la battitura e il lavaggio dei panni che ha dato il nome alla località. Nella seconda metà del ‘500, secondo la relazione di un capitano veneziano, si trovavano cinque mulini. Nel 1850, le rive del Gallavesa attraverso un’intensa attività, contribuirono notevolmente allo sviluppo dell’economia della zona, trasformando il Tovo in uno dei centri propulsori dell’economia della Val San Martino.
Nel prosieguo della sua corsa ha mosso a lungo pale, alimentato centraline di piccole officine e stabilimenti come la Pirelli di Vercurago e la Sali di Bario di Calolziocorte.

L’avvento delle centraline elettriche favorì la sostituzione delle ruote idrauliche con i motori. Il primo fu montato dai tornitori Panzeri nella loro bottega del Tovo nei primi decenni del XX secolo. Di seguito, i mulini ad acqua andarono in lento e graduale deterioramento sino al loro smantellamento risalente agli anni Settanta. Il maglio degli Offredi rimane l’ultimo testimone di queste attività produttive, con l’intero sistema di trasmissione a cinghia ed ha mosso il maglio per la produzione di roncole e falci fino al 1981.

Attorno al Magnodeno in passato ha preso forma una economia agricola ricca di frutteti, gelsi, viti, campi di granoturco, castagneti che producevano quintali di marroni consumati dagli abitanti del posto o venduti sui mercati vicini o delle grandi città, boschi di frassini, noccioli. Quelli che a un primo sguardo sembrano boschi folti e senza presenza umana in realtà nascondono resti di mulini, caselli, cascine.

Il sentiero Gallavesa attraversa la gola offrendo panorami spettacolari su cascate, laghetti formati dal torrente e imponenti pareti rocciose. Il torrente Gallavesa, con il suo corso alternato tra lento e impetuoso, scende dal Resegone per sfociare nell’Adda, creando un paesaggio suggestivo.

Partendo dalle località del Beseno o del Tovo, è possibile risalire per ammirare questo straordinario patrimonio naturale.

Il sentiero Gallavesa attraversa la gola offrendo panorami spettacolari su cascate, laghetti formati dal torrente e imponenti pareti rocciose. Il torrente Gallavesa, con il suo corso alternato tra lento e impetuoso, scende dal Resegone per sfociare nell’Adda, creando un paesaggio suggestivo.

Partendo dalle località del Beseno o del Tovo, è possibile risalire per ammirare questo straordinario patrimonio naturale.

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