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Le vie della fede

La Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio

La Chiesa a Vercurago è dedicata ai martiri cristiani Gervasio e Protasio ed è caratterizzata da un’architettura sobria ma affascinante, che riflette la devozione della comunità locale nel corso dei secoli.

L’interno custodisce preziose opere d’arte sacra, tra cui dipinti e decorazioni che raccontano la storia della chiesa e dei santi a cui è dedicata. L’atmosfera raccolta e spirituale invita alla riflessione e alla preghiera.

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La Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio è un importante edificio sacro situato nel cuore del paese, con radici storiche che risalgono al Medioevo.

Menzionata per la prima volta nell’814 è la chiesa di cui si ha più antica notizia della provincia di Lecco. Ricostruita e consacrata nel 1550 in stile tardo-gotico, venne nuovamente rifabbricata in stile rococò a partire dal 1750 da Carlo Giuseppe Merlo. Tra il XIX e il XX secolo alla chiesa vennero aggiunti diversi elementi come il protiro in stile neoclassico e l’organo Serassi.

La storia

La Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio viene menzionata per la prima volta in un testamento dell’814, appartenente al nobile longobardo Rotprando, con il nome di “oratorio di San Protasio in Vercoriaco”. Ricompare successivamente in un documento del 1264, dove si attesta che la chiesa aveva già una curazia stabile, decretata dal prevosto della pieve di Garlate.

La parrocchia di Vercurago ottenne l’autonomia prima del 1438, e in quell’anno aveva come rettore il sacerdote Danilo de Auraria. Nel 1455, l’arcivescovo Gabriele Sforza visitò la chiesan e nel XVI secolo, fu deciso il rifacimento completo dell’edificio, che venne consacrato nel 1550 in stile tardo gotico a capanna con tre archi traversi. Nel 1566, durante la visita del cardinale Carlo Borromeo, Vercurago era una delle sei curazioni della pieve di Bergamo. Poi, nel 1574, la parrocchia passò dalla pieve di Garlate a quella di Olginate.

Ricostruzione

La chiesa venne ricostruita nuovamente nel 1750 su progetto dell’architetto Carlo Giuseppe Merlo, ispirato alle opere di Giovan Battista Caniana. L’interno e la maggior parte della chiesa furono completati entro dieci anni, compresa la posa dell’altare maggiore, proveniente da una chiesa dedicata a Santa Caterina. Tra il 1784 e il 1787, il passaggio della parrocchia alla diocesi di Bergamo fu perfezionato, interrompendo il legame con la diocesi di Milano.

Nel 1831, il campanile venne rialzato e restaurato, e nel 1842 fu aggiunto un protiro in granito in stile neoclassico. L’edificio fu consacrato il 20 settembre 1857 dal vescovo Pietro Luigi Speranza. Successivamente, fu costruita una cappella laterale dedicata alla Madonna di Lourdes.

Nel 1861, la parrocchia passò al vicariato di Calolzio, e tra il 1953 e il 1954 l’interno venne restaurato da Giovanni Dossena. Tra il 1972 e il 1973, la ditta Marmi Comana rinnovò il pavimento e realizzò un nuovo altare contenente reliquie dei santi Gervasio, Protasio, Alessandro, Giovanni, consacrato dal vescovo Clemente Gaddi. La parrocchia passò al vicariato locale di Calolzio e Caprino nel 1979.

Nel 1986, la porta principale fu rivestita in rame sbalzato, opera dello scultore Claudio Nani, e l’anno successivo l’edificio subì un restauro esterno. Tra il 2012 e il 2013, i prospetti esterni e il protiro furono restaurati, insieme al rifacimento del tetto e all’adeguamento degli impianti elettrici e di illuminazione.

La chiesa, situata nel centro storico di Vercurago, è accessibile tramite una scalinata costruita nel 1866. Davanti alla chiesa si trova un piccolo sagrato pavimentato con sampietrini in porfido rosso, accanto a una piazzetta del tardo Seicento, dove sorge una colonna votiva in arenaria. Questa colonna, ornata con un motivo in ferro battuto e il monogramma di San Girolamo Emiliani (S.G.E.), ricorda l’ospitalità ricevuta dal santo nel 1533 presso la casa di Pietro Borello, non lontano da lì. Poiché il sagrato si trova a un livello inferiore rispetto alla chiesa, una breve scalinata conduce al protiro.

La facciata principale è suddivisa in tre sezioni da quattro lesene e preceduta da un protiro in granito, progettato da Lodovico Zambeletti e completato nel 1842. Il protiro è sostenuto da otto colonne in stile tuscanico, che sorreggono un architrave e un cornicione dorico decorato con mensole. Il portale d’ingresso, in stile neoclassico, è incorniciato in granito e presenta due ante lignee decorate con formelle in bronzo, scolpite nel 1987 dallo scultore Claudio Nani. Nella parte superiore della facciata centrale, una finestra sagomata, tipica del periodo barocco, decora la muratura. I settori laterali della facciata sono più semplici e terminano con una trabeazione e un timpano triangolare.

Il campanile, situato a sud, è diviso in tre piani e presenta una cella con lesene lisce. Restaurato nel 1831 e rialzato intorno al 1860, ospita un concerto di cinque campane in Mi bemolle, fuse dalla ditta Prunetti nel 1861 e consacrate dal vescovo Pier Luigi Speranza il 23 settembre dello stesso anno. Durante la Seconda Guerra Mondiale, due campane vennero fuse per scopi bellici, ma furono successivamente rifuse dalla ditta Ottolina e consacrate dal vescovo Adriano Bernareggi il 27 febbraio 1949. Sul lato destro della chiesa, si trova una statua di papa Leone XIII, inaugurata il 14 ottobre 1897, in seguito alla consacrazione della Basilica di San Bartolomeo e San Girolamo Emiliani.

La Cappella della Madonna di Lourdes, situata accanto alla chiesa parrocchiale, venne edificata tra il XVIII e il XIX secolo. Inizialmente utilizzata come oratorio dai Disciplinati di Bergamo, divenne poi una cappella dedicata alla Madonna di Lourdes, grazie alla costruzione di una grotta in pietra nel presbiterio.

La cappella si trova sul lato sinistro della parrocchiale, affacciandosi sul sagrato. L’ingresso è preceduto da tre gradini e incorniciato in pietra, con due piccole finestre laterali. Sopra la porta si apre una finestra più grande, anch’essa incorniciata in muratura sagomata, che illumina l’interno.

L’interno è composto da una navata unica con pareti decorate da lesene che sorreggono un cornicione appena accennato. La volta è a forma di cupola circolare nel primo tratto, mentre nel secondo è a vela. Tre nicchie laterali ospitano le statue di San Luigi, San Giuseppe e Santa Agnese.

Il presbiterio è dominato dalla grotta in pietra che accoglie le statue della Madonna di Lourdes e di Bernadette, insieme a un piccolo altare. Il pavimento della cappella presenta due lapidi sepolcrali in pietra con botole d’accesso, probabilmente destinate separatamente per uomini e donne.

L’interno della chiesa è caratterizzato da una navata unica con volte a botte ungulate, decorate da medaglioni dipinti da Luigi Galizzi nel 1870. All’ingresso, le due pareti inclinate che collegano la facciata alle mura laterali ospitano due piccoli vani: a sinistra si trova il fonte battesimale protetto da una cancellata in ferro, mentre a destra c’è un confessionale in legno. Le cappelle ai lati della prima campata non hanno altari, ma vi sono presenti una statua seicentesca dell’Immacolata e una Madonna realizzata nel 1861 da Casimiro Radice.

Nella seconda campata, a destra, c’è un ingresso che conduce a via Innominato, mentre quello a sinistra porta alla cappella di Lourdes, dove una targa ricorda la consacrazione della chiesa. La terza campata ospita due cappelle: quella di sinistra è dedicata alla Madonna Immacolata e quella di destra a San Carlo, entrambe in stile neoclassico. Ai lati degli altari ci sono statue in stucco di ispirazione barocca, raffiguranti i santi Gioachino, Anna, Giuseppe e Girolamo Emiliani, che appare anche nella tela della Deposizione.

Le pareti inclinate che collegano le mura laterali all’arco trionfale presentano due ingressi: quello a sinistra conduce alla sagrestia, sovrastata da un pulpito decorato con un medaglione raffigurante la Samaritana al pozzo, mentre quello a destra porta al campanile, sormontato da una statua del Sacro Cuore. Il presbiterio, sopraelevato di tre gradini, ospita l’ambone in marmo rosso di Verona e bianco, ideato da Franco Brignoli e realizzato dalla ditta Marmi Comana, insieme all’altare utilizzato per le celebrazioni. Questo altare è stato consacrato dal vescovo Clemente Gaddi, con le reliquie dei santi Gervasio, Protasio, Alessandro e Giovanni vescovo di Bergamo.

Il presbiterio è coperto da una cupola ellittica e, sulla cantoria a sinistra, si trova l’organo a canne Serassi opus 521, costruito nel 1836 e ancora conservato nelle sue caratteristiche originali. Dietro l’altare attuale si trova un altare barocco in marmi policromi, proveniente dalla chiesa di Santa Caterina di Bergamo, acquistato nel 1760. Sopra l’altare si erge una composizione raffigurante il Crocifisso sostenuto da angeli, risalente al XV secolo. Nella parte posteriore dell’altare si trova il coro, arricchito da due dipinti settecenteschi raffiguranti una deposizione e il battesimo di Cristo, affiancati dal quadro del Martirio dei santi patroni, realizzato da Francesco Cappella nel 1763. Nel 1972 il pavimento è stato rinnovato con marmi Botticino, occhialino e arabescato orobico.

Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio

L’atmosfera raccolta e spirituale invita alla riflessione e alla preghiera. Immersa nel suggestivo paesaggio della Val San Martino, la chiesa è un luogo che unisce arte, fede e tradizione, perfetto per chi desidera scoprire la ricchezza storica e culturale di Vercurago.

Vieni a scoprire la Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio a Vercurago! Un luogo di pace e bellezza storica che ti avvolgerà con la sua atmosfera spirituale e affascinanti opere d’arte.

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