
San Rocco è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379 molto giovane a non più di trentadue anni di età. Secondo tutte le biografie i genitori Jean e Libère De La Croix erano una coppia di esemplari virtù cristiane, ricchi e benestanti, ma dediti ad opere di carità. Erano avanti con gli anni e oramai avevano perso la speranza di avere un figlio. Pertanto la nascita di Rocco venne presa come una grazia ricevuta e per questo l’evento fu molto festeggiato, anche in funzione del fatto che veniva data una discendenza al casato.
Ricevette un’educazione fortemente cristiana da parte della madre, che lo indirizzò verso una profonda devozione alla Vergine Maria e che lo spinse sin dalla nascita a diventare un “servo di Cristo”, ossia seguire Gesù nelle sofferenze terrene prima di accedere alla gloria celeste, come si può notare dalla croce rossa marchiata sul suo petto come simbolo di vocazione eterna.
Intorno ai vent’anni di età perse entrambi i genitori e decise di seguire Cristo fino in fondo. Vendette tutti i suoi beni, entrò nell’Ordine francescano e, indossato l’abito del pellegrino, fece voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. Bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia sono i suoi ornamenti, la preghiera e la carità la sua forza.
Le fonti su di lui sono poco precise e rese più oscure dalla leggenda. Certo è che nel luglio 1367 era ad Acquapendente, una cittadina in provincia di Viterbo, dove ignorando i consigli della gente in fuga per la peste, il nostro Santo chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio di tutti. Tracciando il segno di croce sui malati, invocando la Trinità di Dio per la guarigione degli appestati, San Rocco diventò lo strumento di Dio per operare miracolose guarigioni.
Ad Acquapendente San Rocco si fermò per circa tre mesi fino al diradarsi dell’epidemia, per poi dirigersi verso l’Emilia Romagna dove il morbo infuriava con maggiore violenza, al fine di poter prestare il proprio soccorso alle sventurate vittime della peste. L’arrivo a Roma è databile fra il 1367 e l’inizio del 1368, quando Papa Urbano V è da poco ritornato da Avignone. È del tutto probabile che il nostro Santo si sia recato all’ospedale del Santo Spirito ed è qui che sarebbe avvenuto il più famoso miracolo di San Rocco: la guarigione di un cardinale, liberato dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di Croce. Fu proprio questo cardinale a presentare San Rocco al pontefice: l’incontro con il Papa fu il momento culminante del soggiorno romano di San Rocco.
La partenza da Roma avvenne tra il 1370 ed il 1371. Varie tradizioni segnalano la presenza del Santo a Rimini, Forlì, Cesena, Parma, Bologna. Certo è che nel luglio 1371 è a Piacenza presso l’ospedale di Nostra Signora di Betlemme. Qui proseguì la sua opera di conforto e di assistenza ai malati, finché scoprì di essere stato colpito dalla peste.
Per non mettere a rischio altre persone, si allontana dalla città e si rifugia in un bosco vicino Sarmato, in una capanna vicino al fiume Trebbia in una zona che all’epoca era alla periferia di Sarmato, sempre sulla via Francigena. Con il passare del tempo, la fame e la sete sembrano diventare la causa della sua prossima fine. Le antiche leggende narrano che un cane durante la degenza di Rocco appestato, provvide quotidianamente a portargli come alimento un pezzo di pane sottratto alla mensa del suo padrone e signore del luogo.
Se si trattasse del castello di Sarmato, il nobile potrebbe essere identificato in Gottardo Pallastrelli che, seguito il cane per i tortuosi sentieri della selva, giunse nella capanna di Rocco. Soccorso e curato dal nobile signore, Rocco riprese il suo cammino. Gottardo voleva seguirlo nella vita di penitenza ma Rocco glielo sconsigliò. Nonostante ciò, talmente commosso alla vista di quel mendico e affascinato dalle sue parole, cedette anch’egli ai poveri il suo patrimonio e si ritirò da pellegrino in quella capanna. Gottardo, secondo alcuni storici, divenne il primo biografo del santo francese.
Intanto in tutti i posti dove Rocco era passato e aveva guarito col segno di croce, il suo nome diventava famoso. Tutti raccontano del giovane pellegrino che porta la carità di Cristo e la potenza miracolosa di Dio. Dopo la guarigione San Rocco riprende il viaggio per tornare in patria. Le antiche ipotesi che riguardano gli ultimi anni della vita del Santo non sono verificabili.
È invece certo che si sia trovato, sulla via del ritorno a casa, implicato nelle complicate vicende politiche del tempo. San Rocco è arrestato come persona sospetta e condotto a Voghera davanti al governatore. Interrogato, per adempiere il voto non volle rivelare il suo nome dicendo solo di essere “un umile servitore di Gesù Cristo”.
Gettato in prigione, vi trascorse cinque anni, vivendo questa nuova dura prova come un “purgatorio” per l’espiazione dei peccati. Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote. Si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi, che indussero i presenti ad avvisare il Governatore. Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379.
Prima di spirare, il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall’anziana madre del Governatore, che, dal particolare della croce vermiglia sul petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier. Tale commozione esplose quando a fianco della sua salma venne ritrovata una tavoletta, sulla quale erano incisi il nome di Rocco e le seguenti parole: “Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato da questo flagello”.
Il compianto di un’intera cittadinanza fu il premio di tanta virtù, e in sua memoria la salma, sulla quale si scolpirono le parole rinvenute sulla tavoletta, venne deposta in una grande chiesa.
San Rocco fu sepolto con tutti gli onori. Sulla sua tomba a Voghera cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri. Il Concilio di Costanza nel 1414 lo proclamò santo per la liberazione dall’epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari.
È il santo più invocato, dal Medioevo in poi, come protettore dal terribile flagello della peste e la sua popolarità è tuttora ampiamente diffusa, tant’è che un recente studio ha individuato San Rocco come il secondo santo più invocato, dai cattolici europei, per ottenere la guarigione dalla COVID-19.
Il suo sentimento religioso, il suo carattere amabile nonostante le sue ricche origini, le doti della mente grazie alla formazione l’università di Montpellier, ricordavano a distanza di un secolo Francesco d’Assisi a cui Rocco era devoto.