Scrittore, giornalista e fecondo librettista, Antonio Ghislanzoni fu autore di novelle, romanzi e di circa ottantacinque libretti d’opera. Il suo nome è legato soprattutto al libretto dell’Aida di Giuseppe Verdi, col quale collaborò anche alle revisioni della Forza del destino e di Don Carlos, ma anche per molti altri compositori quali Ponchielli, Gomes e Catalani. Collaborando con numerosi periodici e quotidiani, riuscì a conquistare una certa notorietà nella vita culturale milanese e legò il suo nome all’ambiente scapigliato e a quello della fondazione della Rivista minima.
Vicino alle idee politiche mazziniane, la sua collaborazione con giornali repubblicani lo costrinse a rifugiarsi in Svizzera. Fu ugualmente arrestato dai francesi e deportato in Corsica. Dopo la seconda guerra di indipendenza si lega a Milano al gruppo scapigliato.
Vastissima è stata la sua produzione letteraria, tante furono le collaborazioni alle numerose testate che ospitano suoi romanzi a puntate, racconti, recensioni, interventi di varia natura. Ma non manca l’attività creativa vera e propria: narrativa e poesia. Per la poesia ricordiamo Libro proibito, grande successo tanto che giungerà alla settima edizione. Negli anni settanta si trasferì a Barco di Maggianico, da dove proveniva la famiglia, e successivamente a Caprino Bergamasco.
All’indomani della sua scomparsa venne subito costituito un comitato che si impegnò a raccogliere fondi per realizzare un monumento. Un’illustre adesione all’iniziativa fu quella di Giuseppe Verdi, ma anche di giornalisti del Corriere del Sera, Carlo Gomes, Arrigo Boito, Ferdinando Fontana, Mario Cermenati ed anche Giuseppe Invernizzi, il popolare Davide del ritrovo “scapigliato” di Maggianico.